In Calabria, a Corigliano-Rossano inaugurata la prima tavola tattile del Codex Purpureus Rossanensis: un progetto rivoluzionario che rende accessibile anche ai non vedenti uno dei manoscritti più antichi del mondo.
di Sara Domenici
Corigliano-Rossano (CS) – Il Museo Diocesano e del Codex il 25 gennaio 2024 ha presentato un’iniziativa destinata a segnare una svolta nel rapporto tra patrimonio culturale e disabilità sensoriale: si tratta della prima tavola tattile dedicata ad una miniatura del Codex Purpureus Rossanensis.
Il progetto, intitolato “Toccare la Parola”, consente anche alle persone non vedenti di esplorare con il tatto una delle più significative immagini del celebre Libro dei Vangeli bizantino.
Il Codex: un tesoro su pergamena purpurea
Il Codex Purpureus Rossanensis è uno dei manoscritti più antichi e preziosi della cristianità.
Databile al VI secolo, è redatto in greco e contiene gran parte dei Vangeli di Matteo e Marco.
È noto per la sua particolare pergamena tinta di porpora, colore riservato all’epoca agli imperatori, e per le raffinate miniature che impreziosiscono alcune pagine.
Le scene, realizzate con pigmenti brillanti e oro, rappresentano episodi della vita di Cristo, e fanno del Codex una delle testimonianze più straordinarie dell’arte sacra bizantina.
Il museo: dialogo tra bellezza e partecipazione
Il museo che ospita il Codex è una delle realtà culturali più dinamiche del Sud Italia.
È diviso in due sezioni – una interamente dedicata al Codex e l’altra al patrimonio artistico dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati – e ha investito negli ultimi anni su innovazione e accessibilità.
Accanto a percorsi multilingua, video in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e materiali didattici inclusivi, oggi si aggiunge un tassello fondamentale: l’esperienza tattile, che abbatte barriere sensoriali e avvicina pubblici finora esclusi alla fruizione del patrimonio.
Una miniatura che si può toccare
La tavola tattile presentata riproduce la scena della “Guarigione del cieco nato”, una delle immagini più evocative del Codex.
Realizzata in rilievo su pelle di capra allestita su pannello ligneo per una dimensione di circa 75×75 cm, permette agli utenti di esplorare con le mani i volti, i gesti e i dettagli della composizione.
Accanto alla tavola è presente un QR code che rimanda a una descrizione audio in italiano e inglese, oltre a una traduzione in lingua dei segni.
La realizzazione è frutto della collaborazione tra il museo, l’architetto Dino Angelaccio – esperto in accessibilità museale – e un gruppo multidisciplinare di artisti, grafici e storici dell’arte.
L’inclusione come vocazione culturale
“È solo l’inizio”, ha dichiarato Cecilia Perri, vicedirettrice del museo. “L’obiettivo è quello di estendere questo approccio all’intero percorso museale, rendendo ogni tappa del visitatore – vedente o non vedente – un’esperienza significativa”.
L’iniziativa rientra in un più ampio progetto culturale di inclusione, con il coinvolgimento dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, delle istituzioni scolastiche e delle associazioni che si occupano di disabilità visiva.
Un decennale da celebrare
Il 2025 segna anche un anniversario importante: i dieci anni dall’inserimento del Codex Purpureus Rossanensis nel registro “Memory of the World” dell’UNESCO, avvenuto il 9 ottobre 2015.
Per l’occasione, è stato emesso un francobollo commemorativo raffigurante la Tavola dei Canoni delle Concordanze, uno dei simboli più iconici del manoscritto.
Il museo ha inoltre avviato una mostra celebrativa che espone copie simili al Codex, pannelli esplicativi e documentazione legata alla sua storia e conservazione.
Verso nuovi orizzonti
La tavola tattile è solo una delle tante iniziative che il Museo del Codex ha in programma.
Tra presentazioni straordinarie del manoscritto, laboratori didattici e approfondimenti tematici, l’istituzione punta a rafforzare il legame tra comunità, arte e inclusività.
Oggi si parla tanto di accessibilità e Corigliano-Rossano dà il buon esempio: la cultura può e deve essere un’esperienza condivisa.
Conclusioni
La realizzazione della prima tavola tattile del Codex non rappresenta soltanto un traguardo per il museo, ma anche un modello virtuoso di come il patrimonio storico possa dialogare con il presente e rispondere ai bisogni della società contemporanea.
Purtroppo, l’inclusività è ancora troppo spesso relegata a degli slogan astratti, ma il Museo del Codex dimostra che è possibile trasformare i luoghi della cultura in spazi realmente accessibili, in cui la bellezza non è un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti.
